Dressing Design: un’innovazione firmata Archizoom

Daniele Verducci

Daniele Verducci

Interior Designer

Dressing Design è un neologismo coniato dal gruppo radical fiorentino Archizoom Associati per circoscrivere l’ambito di progettazione di oggetti per l’abbigliamento. Alla moda tradizionale e al suo sistema di rigide convenzioni, gli Archizoom contrappongono un uso libero e creativo dell’abito, il quale diventa uno strumento di comunicazione nelle mani dell’utente. Queste sperimentazioni nascono in concomitanza alle proposte di organizzazione dello spazio abitativo dell’Architettura Radicale tra la metà degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, sostenuta da Superstudio, Archigram e Ugo La Pietra, e sono strettamente legati ai cambiamenti avvenuti nell’industria dell’abbigliamento. Il progetto dell’abito, come quello architettonico, inteso come oggetto e forma di habitat per il corpo, va in contrapposizione ai concetti di gusto e di stile veicolati agli intervalli stagionali della moda.

L’analisi effettuata sul Dressing Design si pone come una vera e propria critica, che ha permesso di ottenere un’interpretazione sulla storia del design e dell’architettura, attivando un dibattito sulla moda e sul progetto che sarà poi cruciale nel decennio successivo. L’approccio originale degli Archizoom tiene in considerazione due fattori principali: le ricerche sulle qualità dell’indumento in relazione alla creatività individuale e la necessità di impostare una corretta produzione industriale e tecnologica dell’abbigliamento.

Contestando il sistema della moda di quegli anni, gli architetti fiorentini sottolineano la mancanza di rapporti tra il progettista e l’industria e affermano che l’abito deve entrare a far parte dell’orbita progettuale di un designer, essendo quest’ultimo una figura capace di concepire un prodotto flessibile legato ad un uso, e avendo delle maggiori competenze nell’ambito della progettazione industriale. Nel 1979 avvenne il passaggio della direzione di Domus dal fondatore Gio Ponti ad Alessandro Mendini, il quale dedicò uno spazio sempre più crescente alla moda; l’abito viene visto per la prima volta come architettura del corpo.