Icone del Design: Storie di Oggetti Immortali

Daniele Verducci

Daniele Verducci

Interior Designer

Il mondo del design è arricchito da oggetti che vanno oltre la loro funzione originaria, trasformandosi in vere e proprie icone culturali. Questi capolavori non sono solo prodotti, ma testimonianze del genio creativo e dell’abilità di designer che hanno plasmato il nostro modo di vivere. In questo articolo, esploreremo alcune delle icone del design che hanno resistito alla prova del tempo, divenendo simboli intramontabili di stile e innovazione.

699 Superleggera di Giò Ponti (1957)

La 699, detta Superleggera, di Gio Ponti è un classico intramontabile di Cassina e tuttora insuperabile nel suo genere. 1,7 kg di materiale: realizzata in frassino per la struttura e in canna d’India per la seduta. 699 Superleggera è il culmine di una serie di esperimenti di Ponti per realizzare un design moderno basato sulla tradizionale sedia in legno leggero realizzata nel villaggio di pescatori di Chiavari. Il grande merito di Ponti è consistito proprio nella capacità di interpretare le esigenze del suo tempo e di dettare uno stile di passaggio tra ante e dopoguerra. La Superleggera fu esposta alla Triennale di Milano nel 1957 e vinse il premio Compasso d’Oro. È ancora prodotta da Cassina, a testimonianza del suo fascino duraturo e dell’eredità progettuale di Ponti.

Moka Bialetti di Alfonso Bialetti (1933)

La Moka è diventata un simbolo della cultura del caffè italiana, incorporando l’arte e la passione per questa bevanda nel suo design. La sua presenza nelle cucine di tutto il mondo è testimonianza della sua connessione con la tradizione e l’autenticità italiana. Alfonso Bialetti, nonno del produttore italiano Alberto Alessi, è il creatore di questa icona del design. Si formò come fabbro a Parigi prima di aprire una piccola officina metalmeccanica nel 1918. Si dice che la sua Moka Express fosse ispirata al funzionamento della “lisciveuse”, una sorta di pentola per fare il bucato con un tubo cavo dalla parte superiore forata. Dal 1946, quando subentrò il figlio Renato la produzione da prettamente artigianale è diventata industriale. Dal 1933 sono state vendute ben 200 milioni di caffettiere Moka Express.

Pratone di Gufram (1971)

Nel 1971 un collettivo italiano chiamato Gruppo Strum presentò un manifesto radicale anti-design sotto forma di una sedia o, almeno, di quella che sostenevano fosse una sedia. In una risposta diretta ai principi modernisti del design funzionale e minimale, non è immediatamente evidente come utilizzeresti il Pratone. Realizzato in poliuretano espanso, schiumato a freddo e rivestito in vernice lavabile Guflac® (brevettata da Gufram), questo materiale ritorna alla forma iniziale dopo l’utilizzo senza subire deformazioni. Il suo nome significa ‘un grande prato’ e ricorda una sezione quadrata d’erba che è stata ingrandita in modo che ciascuno dei quarantadue fili è alto quasi 1 metro. Il collettivo, formatosi a Torino quello stesso anno, credeva che l’arte e il design dovessero essere uno strumento di attivismo sociale e politico. Eppure, per quanto seri e ambiziosi fossero i loro obiettivi, la sedia è anche divertente e audace. E’ stato inserito dal Vitra Design Museum tra i 100 capolavori della storia del Design.

Lampada Falkland di Bruno Munari (1964)

La lampada Falkland, progettata dall’artista e designer Bruno Munari, viene prodotta dall’azienda Danese dal 1964. Falkland nacque a seguito di uno dei numerosi viaggi in Giappone di Munari, Paese dal quale era affascinato per la sua simmetria, per il suo design e per la sua tradizione. In alternativa alle lampade in carta di riso giapponesi, Munari spiazzò tutti scegliendo come materiale per il suo progetto il tessuto dei collant da donna e degli anelli in metallo di diversi diametri. La Falkland non nasce da un disegno, infatti la sua conformazione si sviluppa autonomamente grazie alla forza di gravità, ricordando le spontanee forme della natura. Munari stesso definì questo rapporto “naturalismo industriale”, ovvero l’imitazione della natura utilizzando la tecnologia e i materiali artificiali. Da questa filosofia è nata una lampada leggera, flessibile, pieghevole ed esteticamente bella.

Olivetti Lettera 22 di Marcello Nizzoli (1950)

Marcello Nizzoli, designer poliedrico, fu una figura chiave nello sviluppo dello stile Olivetti. La Lettera 22 fu un prodotto chiave nell’evoluzione di un’estetica della casa che esprimesse le caratteristiche dei prodotti Olivetti nel modo più chiaro e onesto possibile. I 43 tasti più battuti da tutti gli italiani, creata nel 1950, leggera nell’aspetto con la sua carrozzeria di alluminio, pratica nella sua custodia colorata. Per aver anticipato il concetto di “portatile” fu premiata con il Compasso d’Oro nel 1954 e dal 1959 fa parte dell’esposizione permanente del MoMa di New York come esempio di design italiano. È stata una compagna fedele di scrittori e giornalisti, diventando un simbolo della creatività.

Queste icone del design vanno oltre il loro status di oggetti funzionali; sono testimonianze tangibili della creatività umana. Attraverso la loro estetica distintiva e la loro funzionalità impeccabile, queste opere d’arte quotidiane hanno guadagnato un posto speciale nella storia del design. Continuano a ispirare le generazioni future, dimostrando che il vero design è eterno.