Mangiare con gli Occhi: il ruolo cruciale del Packaging nel successo alimentare

Daniele Verducci

Daniele Verducci

Interior Designer

La storia dell’imballaggio non si può scindere dal prodotto che contiene e presenta. Nel nascente mercato dei consumi del Novecento, la confezione diventa fin da subito un veicolo promozionale, un valore aggiunto che rende desiderabile l’oggetto e racconta le qualità dell’alimento. Con il boom economico della “rivoluzione sessantottina” il cibo si inizia a consumare anche fuori casa, perciò le aziende italiane si lanciano nella creazione di contenitori di più vasta forma e materiale inventando anche nuovi prodotti. Gli alimenti e i loro packaging stimolano sempre di più i desideri dei consumatori: scopriamo quali sono i prodotti che hanno caratterizzato il corso del tempo grazie alla proverbiale tradizione creativa italiana.

Bacio Perugina

Creato nel 1922 da Luisa Spagnoli, Giovanni Buitoni e Federico Seneca il Bacio non è solamente un cioccolatino, ma un messaggero di dolcezza e parole d’amore veicolate dai famosi cartigli. Ogni Bacio è una promessa ci accesso ad un monto fantastico, un prodotto intramontabile grazie anche alle sue confezioni realizzate nelle più svariate forme e per tutte le occasioni d’amore. Nel 1981 arriva “Tubiamo?”, nato per parlare il linguaggio dei più giovani e per addolciare ogni bocca.

Campari Soda

Disegnata da Fortunato Depero durante gli anni del Futurismo italiano, la famosa bottiglietta in vetro introduce il concetto di bevanda pronta e monodose. La rivoluzione inizia nel 1915 con il bar di Gaspare Campari in Piazza Duomo a Milano, arrivando al 1932, anno in cui Davide Campari ne affida la realizzazione alla Vetreria Bordoni. Il tratto più iconico e distintivo risiede nel suo colore rosso acceso, motivo per il quale sulla bottiglia non sono presenti etichette; i dati infatti sono riportati in rilievo sopra di essa consentendo all’icona dell’aperitivo di arrivare identica fino ai giorni nostri.

Pasta Barilla

Oggi non riusciremo neanche a pensare di comprare la pasta sfusa, ma fino agli anni 50 era la regola. Fu la Barilla la guida dell’adozione di una confezione che assicurasse protezione e igiene, affidando al grafico Erberto Carboni la sua ideazione. L’iniziale confezione in cellophane del 1955 venne poi sostituita dal cartone a righe blu, con una finestra trasparente per visionare il prodotto. Nel 1966 il blu divenne il colore aziendale della Barilla, assicurando una continuità di linguaggio dato che la carta per alimenti utilizzata dai negozianti per avvolgere la pasta era azzurra.

Latte Parmalat

L’azienda Parmalat, fondata nel 1961 porta il nome di importanti innovazioni, tra cui l’adozione del tetrapak, un materiale di fibra di legno adatto a contenere bevande da conservare in frigo per lungo tempo. Fino agli anni Sessanta non si era mai visto il latte nel cartone, ma soprattutto non era mai stata data una connotazione di marca a questo alimento, distribuito da sempre all’interno di bottiglie di vetro. Un anno dopo il lancio della confezione a piramide arriva quella a parallelepipedo, più pratica per il trasporto e l’imballaggio; fino ad arrivare nel 1977, anno in cui Parmalat da vita alla prima bottiglia in polietilene a triplo strato, dal latte in cartone si passa al latte in plastica.